lunedì 31 marzo 2014

Dalla Sicilia alla Lombardia: I Malavoglia a tavola!



La tradizione è una bellezza da conservare, 
non un mazzo di catene per legarci 

Ezra Pound



Milano, la pioggia, un weekend. La valigia piena di speranze, emozioni, paure e di fronte l’esperienza più importante e formativa della mia vita.
Incontrare la foodblogger per eccellenza, condividere con altre donne quel mondo interiore che difficilmente riesci ad esternare e sapere che non sei l’unica persona a sentirti fragile, estremamente vulnerabile ma forte e tanto volenterosa nel cambiare vita.

Sarebbe bastata questa esperienza per rendere i miei due giorni vivi; in realtà (sarà stata la mia buona stella) le sorprese per me, alle 20.30, non sono ancora finite.
Da turista curiosa mi aggiro per le vie della capitale della moda italiana e mi imbatto in una insegna alquanto curiosa.
Faccio poca fatica nel rievocare le vicende di Aci Trezza, del nespolo e del verismo: ho sempre amato Giovanni Verga!
Questa volta, però, il titolo “I Malavoglia” associato ad un ristorante mi spiazza, mi confonde e incuriosisce.



Cosa potrà mai legare Padron N’Toni ad una location situata in via Lecco n.4? La risposta non ha atteso ad arrivare.
Mi è bastato entrare in questo meraviglioso posto per capire il filo conduttore che unisce la Sicilia a Milano: l’importanza delle radici, delle proprie origini.




















Tradizione:consegnare, trasmettere al presente un insieme di valori patrimonio del passato; nel 1860 questo era impossibile oggi, nel 2014, si può donare se stessi e quale modo migliore se non attraverso la sapienza culinaria?
I Malavoglia hanno abbandonato Aci Trezza per conquistare lo stivale e solleticare il suo palato.



Milano, la pioggia, un weekend e il sole della Sicilia che ti scalda il cuore.

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