La tradizione è una bellezza da conservare,
non un mazzo di catene per legarci
Ezra Pound
Milano,
la pioggia, un weekend. La valigia piena di speranze, emozioni, paure e di
fronte l’esperienza più importante e formativa della mia vita.
Incontrare la
foodblogger per eccellenza, condividere con altre donne quel mondo interiore che difficilmente
riesci ad esternare e sapere che non sei l’unica persona a sentirti fragile,
estremamente vulnerabile ma forte e tanto volenterosa nel cambiare vita.
Sarebbe
bastata questa esperienza per rendere i miei due giorni vivi; in realtà (sarà
stata la mia buona stella) le sorprese per me, alle 20.30, non sono ancora
finite.
Da turista curiosa
mi aggiro per le vie della capitale della moda italiana e mi imbatto in una
insegna alquanto curiosa.
Faccio poca
fatica nel rievocare le vicende di Aci Trezza, del nespolo e del verismo: ho
sempre amato Giovanni Verga!
Questa volta,
però, il titolo “I Malavoglia” associato ad un ristorante mi spiazza, mi
confonde e incuriosisce.
Cosa potrà mai legare Padron N’Toni ad una
location situata in via Lecco n.4? La risposta
non ha atteso ad arrivare.
Mi è bastato entrare in questo meraviglioso posto per capire il filo conduttore che unisce la Sicilia a Milano: l’importanza delle radici, delle proprie origini.
Mi è bastato entrare in questo meraviglioso posto per capire il filo conduttore che unisce la Sicilia a Milano: l’importanza delle radici, delle proprie origini.
Tradizione:consegnare, trasmettere al presente un insieme di valori patrimonio del passato; nel 1860 questo era impossibile oggi, nel 2014, si può donare se stessi e quale modo migliore se non attraverso la sapienza culinaria?
Milano, la pioggia, un weekend e il sole della Sicilia che ti scalda il cuore.